Programma riduzione dello stress

Ciao, oggi vorrei parlarvi dello stress e dell’approccio olistico nei confronti dell’ansia.

L’ansia irrompe nella tua vita per ricordarti chi sei veramente.
L’ansia è una reazione naturale di fronte a sollecitazioni ambientali a situazioni stressanti.
Come si manifesta l’ansia?

Al risveglio la senti addosso come un peso al torace, oppure sei in giro e ti accorgi di avere tutti i muscoli contratti, come in stato d’allerta, oppure sei con gli amici e all’improvviso senti l’inquietudine profonda che ti entra nei pensieri, e si impadronisce del tuo stato d’animo.
Il termine ansia deriva dalla latino “ansux” e significa “stretto”, l’ansia è caratterizzata da una sensazione di costrizione, affanno e angoscia spesso accompagnate da sintomi fisiologici come la sudorazione e la tachicardia.
Se sei in ansia e cerchi di eliminarla con gli strumenti che la ragione ti mette a disposizione ti complichi le cose!

Le azioni migliori sono osservarla e sentirla nel corpo, non devi giudicarla o pensare di cambiarla ma solo percepirla.
In questo modo crei dentro di te un luogo dove essere te stesso.

Il programma riduzione dello stress si basa sulle pratiche della mindfulness e meditazione.

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Corso Mindfulness e Meditazione

Il corpo è uno strumento per conoscerci.
I sensi ci permettono di entrare al contatto con la realtà.

COME FARE? Sviluppando lo “sguardo interiore”
Il termine meditazione deriva dal latino “meditatio” che significa riflessione.
VIVERE ZEN
Zen è la pronuncia giapponese del carattere cinese “Chan” (禪), che a sua volta è la traduzione del termine sanscrito “Dhyana“. Il suo significato letterale è “visione”, ma viene spesso tradotto anche con “meditazione”, intesa come “stato di perfetta equanimità e consapevolezza”

Qual è il segreto più importante dello zen?
Lasciarsi andare e vivere nell’Incertezza.
Per potersi approcciare al concetto dello zen della meditazione è fondamentale sapere alcune cose:
Lo zen non è teologia e non è religione.
Tutte le religioni ruotano intorno al concetto di Dio, ma per lo zen non è così. Per lo zen la meta è l’uomo, l’uomo è un fine in sé stesso, l’uomo porta dentro sé il divino come potenziale.
Normalmente tutte le religioni si affidano un Dio che è estrinseco all’esistenza, nello zen il Dio è intrinseco.

Nello zen non esiste la preghiera rivolta a qualche Dio.
Lo zen è libertà, e lo zen afferma che con Dio l’uomo rimane uno schiavo perché è un Dio che giudica, è un Dio che detta legge, è un Dio che da comandamenti. Per lo zen invece l’essenza di Dio è una scoperta, è una verità assodata: non esiste nessun Dio, l’uomo è responsabile di sé stesso e del modo in cui vive.
Quindi essere zen vuol dire assumerci le nostre responsabilità, quando non c’è un Dio vieni richiamato a te stesso, devi crescere, devi imparare ad unirti alla tua vita, devi prendere le redini della tua vita nelle tue mani perché il padrone sei tu.

Assumersi la responsabilità della propria vita
Questo è il primo passo per essere più consapevoli e più presenti. Quindi di fronte a una difficoltà non alzerai gli occhi al cielo per chiedere un aiuto, non chiederai aiuto a chi ti sta vicino, ma abbasserai lo sguardo verso te stesso, quando abbassi lo sguardo verso te stesso diventi calmo e silenzioso e cerchi il tuo centro, il centro dell’universo, il centro più intimo dell’esistenza: questo è il Dio dello zen, ma non viene chiamato Dio.
Quindi addestrare la propria mente a concentrarsi sul respiro, sul corpo, sulle sensazioni e osservare i pensieri e lasciarli andare.

Sviluppare l’Assenza di giudizio
E per fare questo devi abbandonare la tua fretta, la tua agitazione, la tua idea di andare da qualche parte, di dover arrivare da qualche parte, di essere questo e di essere quello. Devi smettere di diventare e devi iniziare a essere. Durante la meditazione, sospendere i “perché”, le attribuzioni di significato e sviluppare la fiducia nei confronti di noi stessi, credere in ciò che sentiamo.

Lo zen non è moralità, non è cercare qualcosa.
Quando dentro di te si scaturirà la tua dimensione interiore, non la osserverai come un dovere, non lo farai con riluttanza, ma lo farai come un atto d’amore.

La meditazione non è concentrazione
La concentrazione è opposta alla meditazione, nella concentrazione diventi teso, ti focalizzi, cerchi qualcosa, invece cercare il divino è essere aperto, non concentrato ma aperto ad ogni prospettiva, non devi cercare, anzi più ti colleghi all’energia dello sforzo e del desiderio più questi diventano una barriera, devi creare invece la situazione in cui sei in assenza di focalizzazione. Sviluppi l’apertura senza aspettative per consentire il cambiamento e l’evoluzione, osservi come se fosse la prima volta.

Essere nel qui e ora.
Lo zen non è teologico, non è concettuale, non è intellettuale. Essere zen è essere presenti in questo esatto momento, nessun passato, nessun futuro, non puoi crescere se resti confinato dei concetti teologici, non puoi crescere se resti relegato a dei confini a cui credi.
Intraprendere un percorso zen significa osservare di che cosa si è fatti.
Se sei strapieno delle tue idee, continui a vedere quello che vuoi, continui vedere quello che non c’è, continui a fare delle proiezioni, continui interpretare le cose e continui a creare una tua realtà che però non è l’essenza perchè non è del presente.

Lo zen afferma: sii vuoto, osserva senza alcuna idea, osserva la natura delle cose e non avere preconcetti.
Lasciare andare il passato e le aspettative del futuro è fondamentale per essere nel qui e ora.
Tutto è divino
Lo zen asserisce che tutto è divino, ogni cosa è speciale e non c’è nulla di ordinario, ogni foglia, ogni albero, ogni cosa è sacra.
Zen è profondamente interessato alla bellezza è meno interessato la verità
Lo zen, è più interessato alla bellezza perché la verità è un simbolo inaridito, le persone che cercano la verità hanno come centro la testa, la logica e il comprendere mentre lo zen indaga la bellezza, la bellezza della natura, degli uccelli, degli alberi, della bellezza, la compassione e cerca di trovare la bellezza in ogni cosa.

Vivere il mistero, lo zen non è scienza, non è uno sforzo teso a distruggere tutti i misteri della vita.
Lo zen e a favore della meraviglia, del miracolo e del mistero. Il mistero della vita non va risolto perché non è possibile, è possibile solo viverlo, occorre entrare in quel mistero e proteggerlo, curarlo, celebrarlo e onorarlo.
Quando arrivi da un maestro zen, lui non fa altro che aiutarti a diventare silenzioso, per farsi che tu possa aprire la porta al tempio più intimo del tuo essere.
Il maestro ti aiuta a riconoscere i pensieri e le emozioni per ciò che sono e poi lasciarli andare, senza giudicarli.
La meditazione aiuta a comprendere che tutto scorre e tutto cambia, che i pensieri sono solo pensieri e le emozioni sono solo emozioni: sono processi soggettivi e transitori.
Lasciare andare il possesso e il controllo.
Tutto ciò che è grande non può essere posseduto. Come l’amore, l’amore è talmente grande che quando amiamo qualcuno vogliamo possedere quell’amore, vogliamo possedere la persona amata, vogliamo essere dominanti perché così combattiamo la nostra paura che qualcuno ce la porti via.
È come quando vedo un fiore meraviglioso, una rosa appena sbocciata, immediatamente la raccogli perché vuoi possederla, ma raccogliendola la uccidi e facciamo lo stesso con ogni cosa.
Vogliamo possedere invece che diventare silenziosi per poterla osservare e sentirla vibrare. Nel momento in cui comprendi che non puoi possederlo e abbandoni la possessività è lì che lo realizzi e lo cogli.

In questo programma si insegnerà a passare dall’energia del “fare” all’energia dell’ “essere”.
E lì, tutto può accadere perché tu sei sintonia con tutto, se ti rilassi cominci a vibrare con il tutto, non c’è alcuna competizione, non c’è nessuno a bloccarti la strada, non ci sono rivali, non hai fretta, non devi competere con nessuno, non c’è nessuno in coda.

Lo zen e il concetto della mente cosmica
Ma cosa significa mente cosmica? quando la chiamiamo “non mente” intendiamo semplicemente dire che non è la mente che usiamo di solito ma è la mente che usiamo nello stato di quiete, dove non c’è folla al suo interno, la mente si è svuotata e non ha bisogno di pensare.
Pensare è un surrogato dalla mente, quando non sai qualcosa pensi, quando sai qualcosa lo svisceri .
In Occidente il concetto di pensatore totalmente diverso dal concetto di pensatore in oriente.
In oriente il pensatore non deve sapere tante cose ma si focalizza sul sentire, in silenzio e in consapevolezza del suo essere pieno di luce, di gioia e di beatitudine.

Ti spetto in questo percorso di cambiamento e grandi consapevolezze.

Namastè

Daria